Roma.- Oggi in Piazza Esquilino dalle 18 alle 20 pm Manifestazione per la difesa dei Diritti Umani in Colombia

Da più di due mesi la Colombia è in rivolta. Il rifiuto di una riforma fiscale iniqua si è esteso fino alla contestazione di un sistema ingiusto, corrotto e violento, che domina da sempre il paese per garantire la ricchezza di una minoranza e gli interessi predatori delle multinazionali. La protesta, di una potenza che ha sorpreso perfino i suoi organizzatori, ha coinvolto 15 milioni di colombiani, per lo più giovani, in più di 800 municipi e 36 città nel mondo dove milioni di colombiani sono emigrati in cerca di migliori condizioni economiche e sociali o per salvarsi la vita.

Il Governo colombiano ha risposto in maniera criminale, con una repressione attuata dalle forze armate, dalla polizia, dai reparti antisommossa ESMAD, dai gruppi paramilitari, e da civili armati, che hanno provocato centinaia di morti e feriti, oltre a innumerevoli arresti arbitrari, spesso seguiti a violenze sessuali e torture. Un conteggio che appare ancora più drammatico se si aggiungono più di 700 giovani desaparecidos (secondo un report di una Ong internazionale del 15 giugno scorso) i cui corpi stanno comparendo ogni giorno, nei fiumi e ai lati delle strade, smembrati e decapitati, soprattutto nel sud-ovest del paese, ma la Procura Nazionale riporta la ricerca di soltanto 93 casi.

La crisi sanitaria dovuta al contagio del Covid non ha fatto che aumentare, fino a renderle intollerabili, quelle diseguaglianze economiche e sociali, che hanno provocato il conflitto interno di più di 60 anni con varie formazioni armate. Un conflitto caratterizzato da fenomeni sanguinosi come stragi, omicidi politici, sparizioni forzate (più di 89.000), falsi positivi, esili (più di 500.000) e esodi di popolazioni che hanno avuto come primo mandante lo Stato, nonostante il tentativo di nascondersi

dietro i gruppi paramilitari o di incolpare di volta in volta, i gruppi ribelli, le mafie del narcotraffico o i paesi confinanti come il Venezuela sotto i vari governi Chavez.

Viene da chiedersi: per ché se ne sa poco o niente?

Noi colombiani in Italia, che abbiamo a cuore i diritti umani e sociali del nostro paese e dell’intera America Latina, abbiamo organizzato da settimane la Rete Umanitaria per la Colombia “Tejidos Resilientes” per pretendere un’informazione onesta e offrire una solidarietà concreta. E perché vengano rispettate non solo la Costituzione colombiana, ma anche gli Accordi di Pace del 2016 che promettevano tra l’altro, una riforma agraria, la partecipazione politica, la sostituzione delle coltivazioni illecite, il risarcimento delle vittime del conflitto e che invece hanno prodotto centinaia di omicidi di ex guerriglieri, che si sono aggiunti a migliaia di leader sociali, afro discendenti, indigeni e contadini.

Per tutto ciò, vi invitiamo ad aderire alla manifestazione che faremo a Roma il 17 luglio (giorno prossimo al primo anniversario dell’omicidio impunito e oscuro di Mario Paciolla) per cercare di rompere il silenzio mediatico e per fare arrivare in Colombia un sostegno fraterno ed umano. Invitiamo tutte le realtà che si riconoscano nei principi dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’antimperialismo a scendere in piazza con noi, per conoscerci e per tessere insieme un cammino dignitoso verso la Pace e la Giustizia Sociale in Colombia e nel mondo. 


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